
di Annalisa De Simone
regia Mario Scandale
con Mascia Musy
e con Jonathan Lazzini, Domenico Pincerno, Arianna Pozzi
Note di drammaturgia di Annalisa de Simone
Gertrude. Regina madre. Fa un passo al centro, Gertrude, e guadagna la scena.
Personaggio chiave dell’Amleto di Shakespeare, Gertrude è madre, vedova, nuova sposa, connivente di un terribile delitto o forse no, di certo coinvolta in un attrito sempre più aspro con suo figlio. Nel dramma del Bardo, Gertrude appare intrappolata in una complessità tanto intrigante, quanto capace di suscitare interpretazioni contrastanti. Nutre un affetto sincero verso Amleto, seppure abbia sposato suo cognato a pochi mesi dalla morte del marito – scelta che getta ombre sulla sua moralità. È una madre rifiutata, con tutte le sue debolezze e le paure. Ma è anche una donna di Stato, forte e sensuale, capace di compiere le proprie scelte in autonomia. Maliarda, feroce, struggente, a tratti infantile. Con in mano un potere immenso: sul regno, sul palazzo, su Amleto. Gertrude, svelati. Sei una regina. Una madre. Sei un’ipotesi. Risiede in questo, in fondo, il fascino delle riscritture. Lì dove gli interrogativi su uno dei drammi più ambigui della classicità ne richiameranno per sempre altri, è un’impresa inutile risolvere le incongruenze – così ricche di grana umana e di umano mistero. Nessuna volontà di dare risposte, dunque. Ma quella di porre al centro lei, sì. Indagando senza assolvere. Provando a gettare un lumicino sulle ombre che Gertrude, finalmente protagonista, dissipa lungo l’arco della tragedia.
Note di regia di Mario Scandale
Tutto in questo lavoro si muove come l’acqua: scivola, si increspa, riflette, a volte inghiotte. L’acqua non è solo un elemento, ma una presenza: viva, materna, ingovernabile. Un ritmo emotivo che pulsa sotto la superficie della parola. La scrittura si offre come materia da attraversare con il corpo. Una lingua che alterna slanci lirici e fendenti improvvisi, carezze e ferite. Il lavoro sugli attori è centrato su una presenza vibrante, sospesa tra controllo e abbandono, tra l’impulso a rivelarsi e il bisogno di protezione. Tutto precariamente galleggia. Tutto può affondare.
5 marzo 2026 - Roma - Teatro Torlonia ore 20:00
6 marzo 2026 - Roma - Teatro Torlonia ore 20:00
7 marzo 2026 - Roma - Teatro Torlonia ore 20:00
8 marzo 2026 - Roma - Teatro Torlonia ore 18:00
9 marzo 2026 - Roma - Teatro Torlonia ore 20:00
10 marzo 2026 - Roma - Teatro Torlonia ore 20:00
11 marzo 2026 - Roma - Teatro Torlonia ore 20:00
12 marzo 2026 - Roma - Teatro Torlonia ore 20:00
13 marzo 2026 - Roma - Teatro Torlonia ore 20:00
14 marzo 2026 - Roma - Teatro Torlonia ore 20:00
15 marzo 2026 - Roma - Teatro Torlonia ore 18:00